Se usati da soli, potere, dovere e volere hanno come ausiliare avere. Se invece si accompagnano ad altri verbi, possono ammettere, in certi contesti, sia avere sia l’ausiliare del verbo cui si accompagnano: non ha (o è) potuto arrivare in tempo; sono (o ho) dovuto andare via; perché sei (o hai) voluto venire? Per il… continua a leggere
Categoria: Lo sapevate che?
Avere dubbi linguistici non è una vergogna. Anzi: mostra curiosità, capacità di riflettere sulla lingua che si parla e si scrive e volontà di miglioramento. Usare creativamente, e non passivamente, la propria lingua induce a farsi molte domande sul suo funzionamento. Domande alle quali non sempre le grammatiche e i dizionari rispondono in modo chiaro e conciso.
“Ciao”, “arrivederci” e “salve” non sono del tutto intercambiabili
Ciao è la formula di saluto adatta a chi si dà del tu, e dunque in condizioni di familiarità. Arrivederci è la formula di congedo di media formalità, adatta soprattutto a chi si dà del lei. Salve (pur derivando dal latino ed essendo usato, nel passato, anche come forma aulica) è oggi perlopiù avvertito come… continua a leggere
Perché moltissimi usano “piuttosto che” come sinonimo di “oppure”?
Piuttosto che nell’italiano standard (cioè quello codificato dalle grammatiche e dai dizionari) ha un valore comparativo: preferisco uscire piuttosto che rimanere a casa. Tuttavia, soprattutto nell’italiano centrosettentrionale, è sempre più comune un nuovo significato, quello di coordinazione: possiamo andare al cinema piuttosto che al ristorante, cioè ‘al cinema oppure al ristorante, indifferentemente’. Evidentemente, il valore… continua a leggere
Perché qualcuno pronuncia, e scrive, “pultroppo” anziché “purtroppo” e “Isdraele” anziché “Israele”?
Perché certi nessi consonantici sono scomodi da pronunciare e dunque si sviluppa una consonante di appoggio per agevolarne l’articolazione (Isdraele: il fenomeno viene definito epentesi, in fonetica), oppure la prima consonante, che è uguale a una consonante successiva, si trasforma in un’altra, alleggerendo l’articolazione della parola (pultroppo: il fenomeno è detto dissimilazione, in fonetica). Naturalmente,… continua a leggere
“Avallare” o “avvallare”? “Schernire” o “schermire”? “Fragrante” o “flagrante”?
Avallare vuol dire ‘garantire, confermare’, mentre avvallare vuol dire ‘affondare, far scendere’. Schernire significa ‘deridere’, mentre schermire significa ‘proteggere’. Fragrante 'profumato', flagrante 'che viene contestato nel momento in cui viene commesso, nell'espressione giuridica in flagrante'. Taluni confondo queste forme tra loro, commettendo dunque degli errori lessicali e provocando spesso l’ilarità degli interlocutori: vorrei tanto che… continua a leggere