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Unime e UniBo mettono a punto un test “fai da te”per la diagnostica molecolare di tutti i virus e i batteri.

Comunicato N° 80 del 25 Maggio 2022

Una nuova tecnologia per il test molecolare rapido per le infezioni è stata sviluppata da un team di ricercatori congiunto coordinato  dalla prof.ssa Sabrina Conoci , ordinario di Fisica  dell’Università di Messina e dai proff. Luca Prodi e Giovanni Valenti dell’Università di Bologna che hanno messo a punto un nuovo metodo capace di effettuare l’identificazione molecolare di virus e batteri, ossia del loro DNA o RNA, in modo rapido, affidabile e a basso costo senza la necessità di recarsi in un laboratorio di analisi, dove attualmente tali test (i cosiddetti tamponi molecolari) devono essere necessariamente effettuati. Tale scoperta tecnologica apre una nuova era per la diagnostica molecolare che potrà finalmente essere alla portata di tutti.

Gli studiosi hanno già testato l’efficacia della tecnologia su campioni reali di SARS-Cov-2, ottenenendo un limite di rivelabilità del suo RNA addirittura inferiore a quello del cosiddetto tampone molecolare.

“Sono molto orgoglioso che ricercatori del nostro Ateneo abbiano sviluppato una tale tecnologia- ha detto il Rettore Cuzzocrea- perchè apre le prospettive future di poter avere la disponibilità di test “molecolari rapidi” con la facilità d’uso degli attuali test antigenici ma con la sensibilità ed affidabilità dei test molecolari di laboratorio. Aver collaborato con una Università prestigiosa come quella di Bologna per giungere a questo risultato nel campo della diagnostica delle infezioni – ha continuato il Rettore – ci consente di aver certamente messo a frutto una sinergia molto importante. Non dimentichiamoci che la diagnostica sul Covid ha già compiuto preziosi passi in avanti nella direzione di avere tecnologie rapide per la diagnosi a portata di tutti disponibili presso le farmacie. Aver effettuato un avanzamento tecnologico per questo tipo di test verso la diagnosi molecolare e con la possibilità di applicarlo a tutte le altre forme di infezioni è certamente un’ invezione fondamentale che mi inorgoglisce perché nata da una collaborazione fra colleghi ed istituzioni, punto di partenza per chi fa e vuol fare ricerca ad alto impatto sociale”.

“La nuova tecnologia- sottolinea la prof.ssa Conoci- si basa sulla combinazione di un metodo elettro-foto-biochimico innovativo integrato su un bio-chip di pochi millimetri capace di rilevare la presenza di poche copie del materiale genetico dipatogenisenza alcuna amplificazione del genoma. La scoperta rappresenta una radical newtechnologyche semplifica e velocizza l’analisi molecolare convenzionale basata su PCR, aprendo prospettive per l’utilizzo massivo della diagnostica molecolare e screening su un’ampia gamma di applicazioni. Il trovato è oggetto di 5 brevetti congiunti tra le due università e recentemente è stato oggetto di un finanziamento europeo, Pathfinder, appena partito, per ulteriori sviluppi e validazioni.


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