Comunicato N° 105 del 6 Luglio 2021

Il Giardino del Dipartimento di Scienze Politiche e Giuridiche ha ospitato la presentazione del romanzo “La guerra di Nina” di Imma Vitelli, scrittrice, giornalista e, a lungo, inviata speciale di guerra del magazine Vanity Fair.

All’incontro erano presenti il Rettore, prof. Salvatore Cuzzocrea, che ha dato gli indirizzi di saluto ed il Prorettore Vicario, prof. Giovanni Moschella. Hanno dialogato con l’autrice i proff. Luigi Chiara, Storico e Giuseppe Giordano, Filosofo.

Da inviata Imma Vitelli ha raccontato i maggiori conflitti dell’ultimo ventennio in Paesi quali Afghanistan, Iraq, Libano, Israele, Pakistan, Somalia, Sudan, Congo, Libia, Siria, e molti altri.

Nel suo romanzo narrativo di esordio “La guerra di Nina” racconta, sullo sfondo del conflitto siriano, una tormentata storia d’amore tra la protagonista e Omar, un noto fotografo del posto e traccia, inoltre, un commosso e sentito omaggio alle martoriate popolazioni della Siria.

Partendo dalle esperienze vissute sulla sua pelle negli anni in cui è stata corrispondente, Imma Vitelli descrive in maniera acuta e coinvolgente come, mentre nella vicina Siria il tam tam della guerra cerca di provocare la caduta del dittatore Bashar al Assad, a Beirut una giovane e spericolata reporter italiana vive appieno una intensa avventura. In Nina la scrittrice trasferisce tutta la sua interiorità: “si tratta – ha commentato la narratrice – di una ragazza di 28 anni che andando in Medio Oriente per la prima volta scopre che il suo idealismo era mal riposto, che il mondo non è tutto in bianco e nero, che la dittatura è capace di contaminarti. Io personalmente, come reporter ho capito che le persone si possono salvare solamente una alla volta e che le rivoluzioni falliscono. Al giorno d’oggi, vedo le cose con molta più ambivalenza rispetto a come le vedevo vent’anni fa. Il messaggio più intenso del romanzo vuole dimostrare come il politico è privato ed il privato è politico. Ciò significa che tutto quello che ci riguarda personalmente, poi, necessariamente diventa pubblico. Nel libro ci sono diversi personaggi che agiscono le proprie ferite nel corso di una guerra terribile, per cui il conflitto civile siriano diventa una faida dentro una famiglia; senza dubbio questo è il messaggio più forte tra le pagine che, sia io che Nina, abbiamo compreso”.

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