Comunicato N° 75 del 18 Aprile 2013

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“L’organizzazione di un grande quotidiano nell’era del  giornalismo digitale” è stato il tema affrontato dal dott. Antonio Morra,  giornalista professionista, responsabile della Segreteria di Direzione del Corriere della Sera, nel secondo incontro del ciclo di seminari sul giornalismo riguardanti “L’informazione, dall’analogico al digitale”, con il coordinamento del prof. Francesco Pira, docente di Comunicazione pubblica e gestione degli Uffici Stampa nel Dipartimento di Civiltà antiche e moderne dell’Università di Messina.

All’incontro, svoltosi nella Sala dell’Accademia Peloritana dei Pericolanti, con la nutrita partecipazione di studenti di giornalismo dell’Ateneo peloritano (ma non solo), hanno preso parte il prof. Francesco Pira, la prof. Michela D’Angelo, Coordinatrice del Corso di laurea magistrale in Metodi e Linguaggi del Giornalismo e il prof. Marco Centorrino, docente di Sociologia della Comunicazione al Corso di laurea triennale in Scienze dell’informazione: Comunicazione pubblica e tecniche giornalistiche, intervenuto al posto della prof.  Marianna Gensabella.

“Non sono venuto a Messina per fare una lezione di giornalismo – ha esordito Antonio Morra – bensì per spiegarvi il funzionamento di una struttura fondamentale per ogni giornale, quale è la segreteria di direzione, senza la quale nessuna giornale potrebbe esistere, e darvi utili consigli alla carriera che vi auguro di intraprendere  prossimamente”. 

Morra, figlio di fornaio, ricorda che non avrebbe voluto fare il giornalista, (era un grande appassionato di storia e geografia), che si è laureato in lettere e dopo l’iniziale esperienza  ad “Avvenire”, ha cominciato a lavorare al “Corriere” nel 1978, occupandosi subito  di cronaca giudiziaria.
Nel prosieguo del suo intervento, ha illustrato tramite il suo pc le notizie di agenzia che quotidianamente arrivano sul suo desk, alla media di 7, 8 al minuto, partendo dalle quali i suoi colleghi giornalisti svilupperanno le notizie che successivamente saranno pubblicate sulle due piattaforme del Corriere, quella on line e quella cartacea.

“L’abc di un buon giornalista – ha proseguito il professionista milanese (è nato a Sesto S. Giovanni, a pochi chilometri da Milano) – consiste  nel comprare ogni mattina quattro quotidiani, due a carattere nazionale, due locali, per confrontare la diversa maniera con la quale le notizie vengono riportate, perché il primo obiettivo deve essere quello di tenersi informati”.

Morra ha spiegato, poi, come è organizzato il lavoro al Corriere, dicendo che il direttore Ferruccio de Bortoli, inizia prestissimo (ore 7) il lavoro di lettura dei giornali, prima di riunirsi nella mitica “Sala Albertini” con i suoi più stretti collaboratori della Segreteria di Direzione (fra i quali lo stesso Morra)  per discutere del “menabò” della prima pagina che sarà pressoché definita intorno alle 18,30, per andare in stampa alle 23.

Altri argomenti trattati nell’intervento del giornalista del Corriere sono stati le differenza tra giornale on line e cartaceo (diversa è l’organizzazione del lavoro tra le due piattaforme,  quella on  line dà la notizia in tempo reale, mentre quella cartacea la spiega e approfondisce), l’esortazione a controllare sempre la notizia (verifica delle fonti), l’accenno ai costi di gestione del giornale (un giornale è tanto più libero quanto più i suoi conti sono in ordine), la fondamentale importanza delle agenzie di stampa (Ansa, Reuters, AdnKronos, ecc.), i criteri di scelte delle notizie (catalogate dagli americani in una scala di 10 priorità).

A conclusione del suo intervento, Morra ha spiegato che non bisogna pensare al giornale com un prodotto a sé, ma come un elemento di un sistema editoriale, che per esempio al Corriere comprende anche altre pubblicazioni, come Corriere Motori, Corriere Salute, Sette, ecc., che nel futuro prossimo i giornali cartacei continueranno ad esistere, “anche se bisognerà riconfigurarli, non sappiamo però come” ed ammonendo i giovani intervenuti all’interessante iniziativa che “il giornalista che non è un paladino della giustizia, questo è un compito che spetta ad altri”.

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